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500 Abarth, il mito nato dall'incontro tra Fiat e Abarth

500 Abarth, il mito nato dall'incontro tra Fiat e Abarth

La 500 Abarth è una delle auto simbolo nate dal sodalizio tra la Fiat  e la Abarth. Le due case automobilistiche italiane, in oltre 50 anni, hanno dato vita ad automobili entrate prima nella storia e poi nel mito. Piccoli gioielli capaci di prestazioni di altissimo livello. Auto nate come utilitarie e trasformatesi in ruggenti cavalli da gara. Tra tutte, la 500 resta la più iconica. Ecco perché gli organizzatori di GT Talent l’hanno scelta per inserirla nel parco auto del format. Un motivo in più per partecipare.

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Fiat e Abarth, un sodalizio di successo

La Fiat 500 Abarth è uno dei simboli più noti di un sodalizio che dura da oltre 60 anni, quello tra la Fiat e la Abarth. Due case automobilistiche italiane (oggi confluite entrambe in FCA), con vicende e percorsi diversi, che dalla seconda metà del ‘900 fino a oggi hanno dato vita ad automobili leggendarie. Una storia le cui tappe principali meritano di essere ricordate e celebrate.

Tutto ha inizio nel 1949, quando Karl Abarth, ingegnere italo-austriaco, fonda, insieme ad un socio, il pilota Guido Scagliarini, una nuova casa automobilistica, che prende il suo nome. Appassionato di guida e di velocità, Abarth lavora si modelli di altre fabbriche (come la Fiat, già affermata in Italia), creando le cosiddette “derivazioni”. Si tratta di auto “elaborate e non preparate” (come affermava lui stesso), con l’obiettivo di renderle più performanti delle originali. In pratica, le trasformava in macchine da corsa. Il primo modello FIAT che passò per le sue mani fu la 600, che divenne “Fiat Abarth 750”. Per la prima 500 Abarth, invece, bisogna attendere il 1958. Il successo, però, è assicurato. Le derivazioni dell’ingegnere geniale piacciono e vanno a ruba, perché fanno sognare anche l’”uomo qualunque”, che vede trasformata la sua auto della domenica in un piccolo gioiello per aspiranti piloti.

Il rapporto tra Fiat e Abarth si fa sempre più stretto, tanto che, nel 1971, il gigante torinese compra “lo scorpione” e gli affida il compito di realizzare anche automobili da rally. Dopo qualche anno di annebbiamento, nel 2007, il marchio Abarth torna alla ribalta proprio grazie ad una nuova versione della 500 Abarth: l’auto popolare per eccellenza diventa oggetto di culto nella versione sportiva.

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La 500 Abarth oggi, un mito dalle molte vite

Vediamola più da vicino, quindi, l’auto che ha segnato il grande ritorno al successo del marchio Abarth. La 500 Abarth, come detto, è stata lanciata nel 2007, stesso anno della presentazione, con gran dispiego di energie, della sua gemella standard (la 500). La presentazione ufficiale della piccola sportiva, però, avvenne nel 2008, al Salone dell’auto di Ginevra.

La scheda tecnica della 500 Abarth

Rispetto alla 500 base, la versione Abarth ha un assetto più rigido e abbassato. A livello di carrozzeria, invece, le differenze si notano in paraurti, minigonne e alettone, che sono specifici. Inoltre, la presa d’aria del radiatore è maggiorata e lo scarico ha due uscite separate.

Il motore, a trazione anteriore e con cambio manuale a 6 marce, è un 1.4 Turbo a 16V, con una cilindrata di 1400 cc e 135 CV di potenza. Il risultato? Una velocità massima di 205 km/h e un’accelerazione da 0 a 100 che si completa in 7,9 secondi.

Per potenziare ancora di più l’autovettura, è possibile installare il kit esseesse (disponibili anche nella versione esseesse Koni). Questo fa passare il motore a 160 CV e potenzia anche l’impianto frenante (nel Koni, sono diverse anche le sospensioni).

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500 Abarth, il mito nato dall'incontro tra Fiat e Abarth

06 Gennaio 2021